Savanco Rovero srl
Il palazzo sorge al civico 14 di Via Roma, quale ultimo edificio di una serie che si sviluppa senza soluzione di continuità con affaccio su via Roma Questo insieme di edifici conclude, quasi cinquant'anni dopo, il progetto di Giorgio Busca per l'impianto urbano della grande place albese sull'asse di sviluppo verso Savona.
L'edificio a quattro piani fuori terra, dotato di portici e passastrada sulle vie di accesso alla zona centrale costituisce una sorta di barriera che separa nettamente il nucleo della città storica dal suo ampliamento, definito dal viale di circonvallazione (in quel tratto oggi C.so F.lli Bandiera).
Affacciato su un piccolo giardino già costruito nel secolo precedente, risponde al gusto dell'omogeneità e regolarità dei fronti urbani praticata sui grandi viali torinesi a partire dagli anni Sessanta dell'Ottocento: Portici che danno ripari a esercizi commerciali e tre piani tutti dotati di balconi protetti da balaustrini e sostenuti da mensole a modiglione, rivestimento a intonaco, chiavi d'arco segnate da decorazioni araldiche, cornici a ghirlande, angoli a falso bugnato caratterizzano questo complesso residenziale progettato da una figura professionale "minore" nel panorama professionale Albese ma che dimostra di aver colto con prontezza, seppure con alcuni anni di ritardo, gli indirizzi praticati a Torino e nelle altre grandi città italiane. (CAVALLARI MURAT Augusto: Tessuti urbani in Alba ed. Città di Alba, 1975. - Alba: lettura della metamorfosi di una città nel nostro secolo, numero speciale di Atti e Rassegna Tecnica della Società degli Ingegneri e Architetti di Torino, n°1 gennaio 1981.)
Completano l'edificio le ali che proseguono l'isolato lungo C.so F.lli Bandiera, oggetto di sopraelevazione nel primo dopoguerra, lungo la Via Toti, ed un cortile interno sul quale si affaccia un basso fabbricato che ha ospitato le "cantine Marengo" ove dal 1947 ha lavorato come corrispondente estero Beppe Fenoglio.
Il palazzo confina con lo "Sferisterio Mermet", lo Sferisterio di Alba, tempio italiano del gioco del pallone elastico, che venne realizzato dall'avvocato Mermet nel 1855 su progetto di Giorgio Busca.
I vari corpi di fabbrica sono stati negli anni oggetto di attenta ristrutturazione sotto la guida prima dell'arch. Giorgio Rovero, poi dell'arch. Gianluca Rovero, sempre con la preziosa collaborazione del geom. Valerio Magliano.
Oggi tutti i fronti pubblici appaiono completamente restaurati, il corpo di fabbrica prospiciente c.so F.lli Bandiera è stato ristrutturato nelle sue parti comuni, così come gli alloggi privati ed il cortile interno, il corpo di fabbrica prospicente Via Toti è stato completamente ristrutturato ed ampliato; al suo interno ospita i locali adibiti a "Ristorante Aziendale della Ferrero spa", locali storicamente allocati nel palazzo ed oggetto, negli ultimi anni, di un'importante ristrutturazione ed ampliamento, ospita inoltre, all'ultimo piano sottotetto, otto nuovi appartamenti (Appartamenti via Toti 1).
Nel corso del restauro della facciata di Via Roma (2014), di comune accordo tra la Proprietà e l'Amministrazione Comunale, sono stati mantenuti, quale ricordo storico, alcuni dei fori di proiettile che hanno raggiunto l'edificio durante il primo giorno della liberazione.