Giovanni Rovero
"Memorie di guerra" - Museo Nazionale del Risorgimento di Torino, Palazzo Carignano
Agli inizi del 1916 l’Italia era in guerra ormai da oltre sei mesi e Giovanni Rovero fu chiamato a battersi contro gli austriaci e arruolato in qualità di caporale di un reparto di Zappatori del Genio. La qualifica di Zappatore era la più semplice qualifica attribuibile a un soldato del Genio e deriva dalle prime tecniche di avanzamento. Gli Zappatori erano chiamati a costruire passerelle leggere per il superamento di fossi, canali, fiumi o aprire varchi nelle opere difensive avversarie. Successivamente essendo egli pittore fu trasferito presso il comando di battaglione con l’incarico di disegnatore e rilevatore topografico.
Della tragicità di quegli eventi, ne trasse un diario titolato “Memorie di Guerra” al quale affiancò diversi disegni (il tutto oggi fa bella mostra nelle sale del Museo del Risorgimento di Torino, donati dalla famiglia nel 1998). Quando si leggono queste pagine, si evidenziano le disumanità della stessa: “La guerra continua e dilaga sempre più spietata e cruenta, ingoiando nuove genti e moltiplicando gli orrori e le vittime. Alle terribili armi già esistenti si sono aggiunte quelle diaboliche e vili della chimica, dei gas asfissianti e dei lanciafiamme”.
In certi momenti invece, si ha l’impressione di stare nella poetica ungarettiana: “Si camminava come un gregge che emigra per terre sconosciute: che va e va e nulla domanda”. Poi nelle stesse il pittore durante la marcia poetizza quanto osserva: “Le nubi arrampicandosi su per le rupi a picco, a mano a mano che salivano s’imporporavano orlandosi di oro purissimo. Sprazzi di azzurro e violetto si aprivano e chiudevano come grandi finestre nel cielo per mostrarci i più smaglianti colori, le più celestiali visioni, mentre una divina sinfonia di luci s’innalzava oltre la cortina delle nubi”. (Flavio Bonardo)
Di seguito sono riprodotte alcune pagine tratte dalla Biografia di Angelo Mistrangelo